Le parole del CEO di Euroleague in vista del futuro.
Le parole della conferenza stampa di oggi del CEO Paulius Motiejunas:
Sulla situazione delle israeliane:
«Sono davvero felice per il fatto che abbiamo ancora abbastanza tempo prima dell'inizio della stagione. Quindi, restando ottimisti, crediamo davvero che la situazione si stabilizzerà e si calmerà, e speriamo che arrivi la pace. È ciò che continuiamo a dire riguardo alla guerra in Ucraina, e ora ovviamente c’è anche la situazione con Israele e l'Iran e tutti i problemi che stiamo affrontando. Detto questo, continuiamo a monitorare la situazione, e la cosa principale. Il punto chiave è la sicurezza: delle squadre e dei tifosi. Quindi continueremo a monitorare la situazione».
Sulla sede delle partite casalinghe:
«E al momento, mentre guardiamo alla stagione e ne pianifichiamo lo svolgimento, continuiamo a parlare con i club affinché disputino le partite casalinghe in una sede neutrale. Tuttavia se la situazione dovesse peggiorare e non si riuscisse a tenerla sotto controllo, dovremo prendere decisioni per proteggere i tifosi, le squadre, i giocatori, gli allenatori e tutti coloro che sono coinvolti nel gioco. Quindi, al momento restiamo ottimisti, sperando che tutto si risolva prima dell’inizio della stagione, e possibilmente il prima possibile, così da poter garantire la sicurezza».
Su un'eventuale non partecipazione:
«Viviamo giorno per giorno. Davvero non voglio pensare allo scenario in cui non avremmo squadre israeliane. E non si tratta solo del Maccabi, ma anche di Hapoel Tel Aviv e Hapoel Gerusalemme. Ancora una volta, posso ripetere: la nostra priorità principale è la sicurezza. Il nostro vantaggio è che abbiamo tempo, e dobbiamo restare ottimisti. Siamo in contatto con tutte le altre organizzazioni sportive. Stiamo parlando con la FIBA. Stiamo cercando di analizzare cosa farà la FIFA, e così via. Quindi non corriamo troppo con le ipotesi».
Sulle eventuali conference:
«Sappiamo che il "round-robin" non può superare le 20 squadre. È un calcolo che abbiamo fatto. Ne abbiamo parlato anche con Bostjan Nachbar e l’ELPA. E sicuramente, se supereremo le 20 squadre, il sistema cambierà. Si passerà alle conference. Ogni squadra continuerà comunque a giocare contro tutte le altre. Non vogliamo assolutamente tornare ai sorteggi e all’incertezza su chi si affronta o se si ha la possibilità di competere con tutti».
Su un'altra espansione:
«Per quanto riguarda le 20 squadre – sì, ci sono altre squadre interessate a entrare. Abbiamo club solidi che si uniranno. Non dimentichiamoci che abbiamo un socio sospeso [CSKA Mosca], che non giocherà la prossima stagione a causa della guerra. Stiamo quindi lavorando all’elaborazione di un piano per superare le 20 squadre – arrivando a 24 – e modificare leggermente la struttura della competizione. Tutto è ancora in fase di valutazione. Ma il nostro obiettivo principale è mantenere alta la competitività della lega, mantenere il concetto di ‘ogni partita conta’, perché è questo che rende le partite eccezionali agli occhi dei tifosi. E non vogliamo che questo cambi. Crediamo che sia il cuore di tutto. Detto ciò, voglio anche sottolineare che rispetteremo il calendario delle competizioni nazionali, e comprendiamo di far parte dell’ecosistema del basket. Cercheremo quindi di adattarci. Questo è qualcosa che abbiamo comunicato anche alla FIBA – nei nostri piani c’è la crescita, ma vogliamo trovare un modo per farlo senza calpestare nessuno, senza aumentare solo il numero delle squadre e delle partite».