L'emozione dell'allenatore esordiente...e tifoso.
Da BresciaOggi a firma Alberto Banzola, tutta l'emozione del neo allenatore della Germani Brescia. L'incoronazione dopo la lunga attesa: la Germani Brescia ha il suo nuovo allenatore, Matteo Cotelli. Esordiente assoluto dopo il praticantato a fianco di Diana, Esposito, Magro e Poeta, per lui è venuto il momento di sedersi sul lato più esposto della panchina. «È un sogno che si realizza - le prime parole da head coach -. Parliamo della squadra della mia città, quella per cui faccio il tifo da quando ero bambino». Un desiderio che diventa realtà, una storia da libro Cuore. «Quando è iniziato il mio percorso sognavo di arrivare a essere un allenatore di alto livello: poterlo fare a Brescia è il massimo». Il perché è presto detto: «Questa squadra è la mia storia, sono qui da 15 anni. Sulla pelle, nella testa e nel cuore ci sono i colori di questa società». Niente voli pindarici: Cotelli sa che si dovrà sgobbare parecchio. «Con umiltà e dedizione al lavoro». Di estremamente positivo c'è l'esperienza degli ultimi 12 mesi, con tanto di recente finale scudetto. «L'ultima è stata una stagione indimenticabile: la squadra rimane pressoché invariata ma si riparte da zero». Brescia sarà una delle squadre più attese, a partire dalla Supercoppa. «Dovremo essere performanti fin dall'inizio: dobbiamo farci trovare pronti». Una scelta forte quella di Cotelli alla guida della Germani, fortemente voluta dalla società. «C'è un ringraziamento che devo fare e viene dal profondo del cuore: a Mauro Ferrari e alla sua famiglia. Hanno dimostrato con i fatti quanto credono in me». Un valore aggiunto per il gnaro de Borg Trent: «Un motivo in più per dire che ce la metterò tutta per portare in alto il nome di Brescia e della famiglia Ferrari». Cotelli sarà l'allenatore più giovane di tutta la Serie A (sempre che Trieste non opti per un coach con meno di 38 anni), anche se di gavetta ne ha fatta parecchia. «Ho imparato le fondamenta da Diana. Esposito è stato lo scatto all'interno dello staff, così come ho appreso tantissimo da Magro e da Peppe a livello di empatia e di gioco offensivo». Innamorato di Eurolega, di Fenerbahce e di Olympiacos, Cotelli spiega le sue idee di gioco: «Credo fermamente che il gioco lo facciano i giocatori, dobbiamo esaltare i loro pregi e nascondere i loro difetti. Offensivamente abbiamo una squadra che può fare tanto ma in fondo al campionato ci arrivi con la difesa. L'ultima stagione è stata molto esplicita sotto questo punto di vista». Lo staff non è completo. Manca ancora un tassello a livello di staff tecnico, come raccontato nei giorni scorsi. «Al mio fianco ci sarà Gibo Alberti: è una persona di cui mi fido ciecamente. David Moss sarà dei nostri e a breve avremo delle novità in merito all'assistente che completerà lo staff». Terzo allenatore bresciano nella storia del basket Brescia, Cotelli è stato accolto a braccia aperte. «Sono stato travolto da un'ondata di affetto che non mi sarei mai aspettato: ho impiegato due giorni a rispondere a tutti i messaggi». Il 27 settembre la prima ufficiale: la semifinale di Supercoppa con Trento, con una squadra collaudata. «Sulla carta è un vantaggio. Ci faciliterà le cose, daremo continuità al lavoro già svolto. Abbiamo ereditato la visione di Peppe. Può essere un'arma a doppio taglio, però, e non deve diventarlo». La promozione di Cotelli è anche un premio alla crescita del settore giovanile e lo ricorda un'emozionata Graziella Bragaglio: «Un'emozione per noi e per lui unica - commenta la presidente di Pallacanestro Brescia -, una grandissima gioia. Matteo ha fatto la storia di Brescia: vice di una squadra che ha raggiunto la finale scudetto, della Germani che ha vinto la Coppa Italia e da terzo allenatore ha conquistato la promozione in Serie A. È arrivato il suo momento». A Mauro Ferrari il compito di spiegare i perché della scelta. «Ci siamo confrontati in società - racconta -, con il consiglio di amministrazione e poi ho comunicato a Matteo la scelta». Ma non si parli di scommessa. «Nei giorni scorsi ho utilizzato il termine scommessa impropriamente: in tutti questi anni Matteo ha accumulato tantissima esperienza. È una crescita professionale ed economica, la sua: come succede nelle aziende. Per questo è l'uomo giusto al posto giusto». L'obiettivo della nuova Germani? «Un campionato dignitoso, non abbiamo velleità di scudetto - assicura Ferrari -. Il ritorno di CJ Massinburg? Da tifoso sono contento, ma... diciamo che Matteo in qualità di coach è molto più felice di me». Bragaglio applaude: «Orgogliosa e felice di vederlo in panchina, è arrivato il suo grande momento».