David Torresani: «Quelle offese razziste ci hanno dato la carica»

22 luglio 2025 12:20

Le parole del giocatore di Treviso.

Intervistato da vari quotidiani, tra cui “La Gazzetta dello Sport” e “La Repubblica”, David Torresani ha commentato il day after del trionfo ad EuroBasket Under 20: “Siamo tutti felicissimi. Non aspettavamo di vincere. Ci eravamo posti l'obiettivo di arrivare tra le prime otto, una cosa che all'Italia Under 20 non accadeva dal 2016. Eravamo sicuri dei nostri mezzi, ma abbiamo iniziato a crederci dopo le prime partite”.

L’Italia del basket si è scoperta così multietnica e vincente: “Bello, bellissimo. Diversi nella nostra Under 20 sono italiani di seconda generazione. È qualcosa di importante per l'evoluzione del nostro basket, del nostro sport in generale, della nostra società. E poi, indipendentemente dal colore della pelle, se uno merita di stare in Nazionale, è quello il suo posto. Siamo orgogliosi. In questo Europeo ci siamo amalgamati molto bene, pur essendo alcuni 2005 e altri 2006. È stato il nostro primo torneo tutti insieme. A Creta magari è iniziata una lunga storia. Lo ricorderemo per sempre”.

Torresani ha denunciato su Instagram coloro che hanno insultato i ragazzi di coach Rossi con commenti razzisti: “Non sono uno di quelli che se la prendono, non mi interessa nulla delle offese. Ma è chiaro che scrivere certi insulti è profondamente sbagliato. Le cose che ho scritto su Instagram le penso. E quelle offese razziste ci hanno dato la carica. Abbiamo preso tutto questo come uno stimolo a fare meglio, a moltiplicare le forze in campo”.

Anche Torresani è frutto della nuova Italia fatta di lavoro, opportunità, internazionalità: “Sono nato a Milano nel 2005, poi mi sono trasferito in Belgio con mia madre, mia sorella, che è già nel giro azzurro, e mio fratello più piccoli. Poi ci siamo spostati in Lussemburgo. Mia madre, originaria del Benin, è segretaria. Mio padre, milanese, è direttore delle vendite di un'azienda di materiali plastici. Il basket? Mio padre era arbitro, è arrivato fin quasi alla Serie A, e ha pure giocato anche se non ad alti livelli. Da piccolo ho sempre guardato le partite in tv, andavamo al campetto, la passione si è alimentata così. Ho iniziato con il minibasket a Cantù e all'Olimpia Milano”.

C'è un segreto dietro questo successo in azzurro? “Le crèpes di Creta. Sono così buone? Normali. Ma dopo la prima partita vinta siamo usciti tutti insieme e siamo entrati in una creperia. Da allora è diventato il nostro rito di gruppo. Ogni vittoria una crèpe. E siamo arrivati all'oro”.

Fonte: Lega Basket

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