L'esterno scommette sull'Olimpia.
Dalla Gazzetta dello Sport a cura di Giuseppe Nigro, le parole di Marko Guduric. Campione d'Europa pochi mesi fa col Fenerbahce, da anima della squadra e certo non da comparsa, è stato il colpo dell'estate di Milano. «Spero entro fine stagione di parlare italiano», dice. Ma già si fa capire: «Abbiamo tutti i pezzi giusti. L'obiettivo è andare ai playoff e vedere che succede». Per inciso: ai playoff l'Olimpia non ci va dal 2022. Guduric, dall'estemo che idea si è fatto di cosa è mancato nelle ultime tre stagioni a Milano? «Non lo so perché non c'ero, ma penso che ora abbiamo una squadra molto buona, un buon mix di esperienza, gioventù e talento. Sono carico, questa squadra merita di essere almeno ai playoff di Eurolega e lo meritano anche il club e l'organizzazione che sono di alto livello. Per questo penso che il nostro obiettivo quest'anno debba essere andare ai playoff. Arrivarci sarebbe super: l'Eurolega è molto difficile con club che investono grandi risorse, le squadre di alto livello sono aumentate». Che ruolo ha avuto Messina nella scelta di venire a Milano? «Ho parlato tanto con il coach ed è un grande motivo per cui ho deciso di venire. Ho parlato tanto anche con il gm Stavropoulos e mi è piaciuto il progetto, l'idea che c'è dietro alla società». La delusione dell'estate in nazionale con la Serbia aggiunge motivazioni alla stagione? «Sicuramente. Ma la nazionale è un'altra cosa. Voglio solo fare bene qui, e voglio vincere. Abbiamo i pezzi giusti, la motivazione c'è sempre. Ma per me questa è una sfida nuova: lasciare dopo tanti anni il Fenerbahce per un nuovo club e un nuovo campionato, uscire dalla comfort zone, mi motiva molto. Mi piace la squadra, ciò che vedo e ciò che stiamo costruendo. Naturalmente c'è tanto lavoro da fare e nulla succede dalla sera alla mattina o facilmente». Che cosa le piace di questo gruppo? «Conosco bene Booker, Brown e Cancar. Ritrovo rivali affrontati in questi anni. Mi piace, in pratica è una squadra nuova, sono cambiati tanti giocatori, e molti altri hanno tanta esperienza. E poi ci sono ragazzi affamati come Ellis, Bolmaro e Mannion». Motivi per crederci? «Abbiamo tutti i pezzi giusti. Per questo sarà importante riuscire a restare in salute: è una stagione lunga e abbiamo bisogno di tutti, e che tutti siano pronti a giocare, giocare 5 o 10 minuti non importa, ma tutti con dedizione alla squadra». Sarà una stagione di successo se... «Penso che l'ambizione è sempre verso il massimo. Parlando coi ragazzi e lo staff, capisco che bisogna andare un passo per volta. Vincere in Italia significherebbe che è stata una stagione di successo, visto che l'anno scorso non sono arrivati né campionato né Coppa Italia. E in Eurolega i playoff sarebbero un bel passo avanti. Ma la stagione è lunga e l'Eurolega ora anche con più squadre è molto difficile». Col Fenerbahce è stato campione, ma lo è stato da leader. Come questo potrà aiutare Milano? «Il leader... questa parola non mi piace. La leadership per me è guidare con l'esempio. Parlare può essere importante ma la chiave è ciò che fai. Assicurarsi che tutti siano allineati, in spogliatoio e poi in campo: capire gli obiettivi e mettere la squadra sopra ai singoli. Penso che siamo tutti leader, tutti possiamo esserlo e lavoreremo in questa direzione: è un gioco di squadra e la squadra è la cosa più importante. Non c'è l'io, c'è il noi. Dobbiamo essere tutti sulla stessa pagina: credere uno nell'altro e nel coach. E avere pazienza».