Dal dirigente bresciano grandi elogi ai colleghi triestini.
Fonte: Il Piccolo a cura di Lorenzo Gatto
Un traguardo da raggiungere, una finale scudetto da affrontare con la leggerezza di un ambiente che sta vivendo con grande gioia momenti indimenticabili che resteranno nella storia della società lombarda. Marco De Benedetto, l'ex team manager della Pallacanestro Trieste oggi responsabile scouting e uomo mercato di Brescia, racconta i segreti di una Germani che, grazie a una stagione perfetta, ha saputo spezzare il dominio milanese e bolognese e da domani sera alla Segafredo Arena si giocherà lo scudetto 2025 contro la Virtus. «Tutto bello, tutto nuovo ed eccitante, stiamo vivendo una favola con l'entusiasmo di chi affronta questi momenti per la prima volta - racconta De Benedetto -. Senza pressione, ma con il senso di responsabilità di rappresentare al meglio una società e una tifoseria che, giustamente, sta sognando a occhi aperti. I giocatori lo devono anche a loro stessi, per raccogliere i frutti del lavoro svolto in questa stagione». Una stagione perfetta e senza segreti particolari, se non la serietà, la dedizione e la grande professionalità di chi ha lavorato ogni giorno sul campo e dietro le quinte. «Nessun miracolo - conferma De Benedetto - ma la grande stabilità garantita da una proprietà che negli ultimi campionati ha lavorato con le idee chiare e obiettivi precisi. Brescia ha cucito questa stagione su Amedeo Della Valle e su Miro Bilan, attorno a loro è cresciuta una identità di squadra molto forte, sublimata dall'arrivo di un coach come Poeta. Peppe ha portato tutta la sua leggerezza, esaltando al meglio le qualità di un gruppo che ha affrontato ogni momento di questo campionato con grande energia e positività». Germani che può diventare un punto di riferimento per le squadre di serie A: dall'esempio virtuoso di Brescia, le future avversarie potranno trovare spunti preziosi per il futuro. Tra queste, certamente, la Pallacanestro Trieste. Una società che De Benedetto segue con particolare affetto, per averci lavorato, perchè a Trieste vive e per l'ottimo rapporto che lo lega al generai manager Arcieri. «Trieste, per la sua crescita strutturale, deve valutare la sua stagione in maniera assolutamente positiva. Dietro a questi risultati c'è il lavoro di Arcieri, attento a gestire ogni aspetto in campo e fuori ma voglio spendere una parola anche per Cavaliero. Di Daniele si parla poco ma ha grandi meriti, lui e Mike garantiscono solidità e continuità. Per Arcieri sono contento, è passato da essere capito molto poco a essere amato: questo per dire come nello sport pareri e opinioni cambiano molto velocemente». Un De Benedetto che guarda con curiosità al futuro di Trieste. «Credo che Trieste dovrà avere pazienza, essere sè stessa e continuare a percorrere la strada intrapresa in questa stagione - conclude Marco -. Ha bisogno di fare esperienza ad alto livello, quest'anno aveva i soli Brown e Brooks che avevano disputato i playoff, nella prossima stagione tutti coloro che sono rimasti avranno un anno in più sulle spalle e magari dal mercato arriveranno i giocatori che potranno far fare alla squadra un ulteriore salto di qualità. La cosa importante sarà aggiungere uno o due pezzi di qualità senza stravolgere la filosofia della società».