Alla Reggiana serve aumentare la tenuta difensiva

23 settembre 2025 07:08

L'eredità di coppa per migliorare.

Dalla Gazzetta di Reggio a firma Adriano Arati, il processo intrapreso dalla Unahotels l'indomani dell'eliminazione di coppa. Una strada ancora bella ripida e piena di nodi da sciogliere. Al di là dell'amarezza per il risultato, la sconfitta della Una Hotels a Samokov contro l'Antwerp nelle qualificazioni in Bcl porta con sé tanti temi tecnici. E tutto sommato, che siano emersi in anticipo forse non è un male, perché le indicazioni sono chiare. E una gara persa non fa primavera; si pensi al 2024, segnato dall'orrido esordio con Trento e proseguito con una lunga striscia positiva. Chiaro, il magone rimane perché, dopo due quarti difficili da immaginare per la scarsa intensità mostrata, con una difesa inerte, con l'Antwerp sono bastati 6' fatti bene e un paio di trucchetti tattici per rimettere tutto in parità. Si poteva vincere, eccome. Anche se poi la finale sarebbe stata durissima, contro un Bursaspor attrezzato per i piani alti, capace di smantellare l'altra testa di serie, il Paok Salonicco. La questione non si pone, comunque. Prima di tutto, pur con gli sforzi anticipati, Reggio non è arrivata in piena condizione, né avrebbe potuto, formazione densa di veterani qual è. E in campo si è visto, contro tre guardie non sempre in controllo ma rapidissime, capaci di fare a fette la difesa e di creare spazio a rimbalzo d'attacco. Ci sarà tempo, ora, con 10 giorni prima dell'esordio e l'avvio di Fiba Europe Cup fissato a metà ottobre. L'aspetto più preoccupante è quello dell'intensità e della tenuta difensiva. La Una Hotels ha rimontato con la zona e i tre lunghi, un accorgimento che può essere utile per qualche minuto ma non per una gara intera. E prima ha concesso letteralmente di tutto. Le guardie battute dal palleggio, i lunghi superati a rimbalzo e in difficoltà negli aiuti, rotazioni assenti con conseguenti tiri piedi per terra o solo in area. Che la difesa non possa essere quella del 2024/25 era chiaro, perché di Faye ne passano meno che pochi. Quando poi è arrivato Echenique al posto di Faried, è stato chiaro che dietro si sarebbe puntato meno sull'aggressività e più sulla copertura degli spazi e del contenimento. Cosa non avvenuta, anche perché le guardie, con la parziale eccezione del consueto Barford, non hanno tenuto i pariruolo. Occorrono più concentrazione e vigore, certo, ma pure una registrata tattica. Medesimo discorso davanti. A oggi, chi può segnare con continuità sono Barford, Caupain e il cruciale Cheatham. Se quest'ultimo tira malino da fuori, le avversarie si chiudono e anche per le guardie la faccenda diventa dura. Caupain ha sbagliato tutti i tiri della parità, e va notato, allo stesso tempo è stato importante nel rientro e non ha certo forzato: le triple per raggiungere la patta erano buone soluzioni, da non passare, e lui ha fatto bene a prendersi la responsabilità. I due centri possono finalizzare, certo, ma vanno messi nella condizione di farlo, e senza pericolosità diffusa degli altri gli spazi per loro si riducono. Jamar Smith ha regalato una fiammata di classe nel finale, per fortuna, il suo minutaggio medio appare però sempre più ridotto, e il pacchetto italiani non ha dato praticamente nulla. Non sono grandi attaccanti da uno contro uno, con parziale eccezione di Uglietti, ma almeno qualche bomba a partita sugli scarichi va garantita, per non dipendere troppo dagli Usa. 

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