Varese, il dilemma Moody

26 settembre 2025 18:30

Varese in cerca di sicurezze.

Fonte: la Prealpina a cura di Giuseppe Sciascia
È il giorno delle riflessioni e dei colloqui in casa Openjobmetis dopo la gelata sul raccolto del meno 54 di Varallo Sesia. Lunghissimo il dialogo di mercoledì sera (e notte) fra Ioannis Kastritis e la coppia Zach Sogolow-Maksim Horowitz: il coach greco ha espresso delusione e frustrazione dopo aver visto la sua Varese giocare al contrario rispetto al suo credo agonistico, ancor prima che tecnico. E quindi ieri è stato effettuato un giro di colloqui con i giocatori per capire se davvero credono in quello che stanno facendo: per ora non c'è sentore di interventi sul mercato. Ma se il responso del campo, tra le sedute di allenamento e la partita di domenica contro Reggio Emilia non sarà convincente, si correrà subito ai ripari in modalità "prevenire è meglio che curare".
IL PROBLEMA - Il reparto dove emergono le criticità più evidenti è quello dei piccoli: sotto canestro Varese non è mai stata al completo (Nkamhoua assente nelle prime 5 amichevoli, Renfro nelle ultime tre). E il sistema difensivo del coach greco prevede cambi sistematici sui blocchi, spedendo i lunghi sul perimetro con gli esterni dentro l'area: la fragilità interna è figlia della poca pressione sulla palla, e della poca energia nelle rotazioni e aiuti per proteggere il ferro quando i lunghi avversari sono marcati dai piccoli. La falcidia dei falli dell'intero parco esterni biancorosso, sia a Desio che ad Atene e ancora a Varallo Sesia, significa che l'aggressività richiesta viene male indirizzata sul campo. I RIFLESSI E LE ABITUDINI - La cavalleria leggera OJM, in attesa di vedere il fattore Nkamohua da ala forte col ritorno di Renfro, può pagare dividendi solo se la difesa graffia e il ritmo si alza. Ma funziona se tutti i membri del gruppo condividono l'importanza dello sforzo in retroguardia: fu la scintilla decisiva per la missione salvezza delle ultime 11 gare del 2024/25. La prova di Varallo evidenzia invece che il gruppo attuale non ha ancora sposato la causa del basket "Kastritiano": i segnali erano stati alterni già in altre amichevoli, il tracollo senza reazione contro Tortona ha instillato nel coach il dubbio sull'effettiva capacità di qualche giocatore di adattarsi alle sue idee e al suo stile di gioco.
IL CASO - Le risposte decisive sull'effettivo "commitment" al "Kastritis Basketball" sono quelle che dovrà dare Stefan Moody. Tornato all'inespressività del Trofeo Lombardia dopo una partita e mezza da protagonista ad Atene. In estate Varese – a partire dal coach –ha scelto con convinzione il 32enne regista come punto di riferimento e leader della squadra. Ma gli chiede un compito diverso da quello che ha sempre interpretato nella sua carriera da globetrotter, vissuta con grande libertà con la palla in mano e un ruolo da primissima punta, lasciando la difesa in second'ordine. Non esattamente quel che chiede il coach greco tra pressione sul play avversario e capacità di muovere velocemente la palla in attacco. Il giocatore non sta vivendo bene la situazione, e i suoi tentativi di adeguamento hanno dato esiti controproducenti per entrambi. La domanda espressa ieri nel colloquio è stata diretta: Moody crede ancora in quel che gli viene proposto dallo staff tecnico? Al di là delle parole dovrà dirlo il campo, segnatamente nel test di domenica contro Reggio Emilia. Perchè se chi deve girare le chiavi nel quadro le ha perse prima del via, è meglio un taglio netto senza rancori che trascinarsi situazioni potenzialmente destabilizzanti. Almeno questo insegna l'esperienza del 2024/25... 

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