Andrea Trinchieri: «Milano e Bologna detteranno il ritmo»

03 ottobre 2025 10:30

Il coach fa l'analisi sulla nuova LBA.

Da La Repubblica a cura di Cosimo Cito, valutazioni alla vigilia della nuova stagione LBA. Andrea Trinchieri, che da coach dei brianzoli si arrampicò fino a una finale scudetto (2011) e a due partecipazioni di fila all'Eurolega, lì ha messo le basi di una carriera che l'ha poi portato ad allenare in Russia, Germania, Serbia e, per ultimo, allo Zalgiris, in Lituania. Un ritorno, quello di Cantù, emozionante anche per lei, coach. «Sì, perché a Cantù sono stato bene. La squadra mi piace, può inserirsi nella lotta a un posto nei play-off. Ovviamente le due grandi, Milano e Bologna, detteranno il ritmo. Ma aspettiamoci sorprese, come l'anno scorso Brescia e Trapani». Cosa lascia l'estate del basket? «Segnali incoraggianti. La vittoria dell'Europeo Under 20 ha fatto scoprire tanti ragazzi italiani interessanti. E un concetto che è sempre rimasto ai margini per noi: contaminazione». Il basket, come l'atletica, si sta allineando all'evoluzione della nostra società? «È così, abbiamo scoperto un livello di energia, di dinamicità che ci era sconosciuto e questo è il futuro. Il basket è uno sport in cui la componente atletica è sempre più determinante. Ed è importante poter contare su una base più vasta, multietnica, atleticamente evoluta». È il vento della storia. «La Germania è un esempio: loro hanno giocatori di origini brasiliane, congolesi, altri che sono figli di ex militari americani. Non pensiamo che in Germania il basket batta il calcio: per un campo da basket si costruiscono cinque campi di calcio. Ma nel reclutamento sono strepitosi. E hanno pensato prima all'hardware, le infrastrutture, i palazzetti, e poi al software, tecnici e giocatori. Ha pagato». All'evoluzione del basket tedesco ha contribuito anche lei, a Bamberg e poi al Bayern. «Ho cercato di portare le mie idee, un po' di innovazione in un mondo che non girava. Ora sono campioni del mondo e campioni d'Europa, una sorta di Dream Team al di qua dell'Oceano». A proposito, lei sarà una delle voci tecniche per l'Nba di Prime Video. Il campionato Usa resta il massimo palcoscenico mondiale? «Ci sono partite di Eurolega che hanno una magnitudo superiore. Ma torniamo al concetto di contaminazione: non è un caso che giocatori europei stiano dominando nella Nba». E l'NBA potrebbe presto sbarcare in Europa con un suo campionato. «Quando lo faranno, sarà un momento importante per questo sport». Il solo italiano in Nba, Simone Fontecchio, che spazio saprà trovare a Miami? «Spero un buon numero di minuti a partita. È giunto a un momento di grande maturità fisica e mentale. Sa cosa può dare: energia e punti. In Nba o dovunque, uno così bravo a fare tutto è un lusso». 

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