Mario Fioretti spiega l'ultima vittoria con Napoli.
Da La Stampa di Alessandria a cura di Stefano Summa, la Bertram capolista si gode il primato. Una posizione condivisa con altre tre squadre e destinata a durare solo qualche giorno, complice un turno infrasettimanale dal riposo forzato (la partita con Trieste si disputerà il 12 novembre). Al momento però la classifica recita Bertram Derthona in cima alla serie A, un piazzamento storico arrivato in una serata in cui il club ha celebrato i suoi 70 anni di storia. L'aria di festa c'era tutta con la sfilata delle vecchie glorie bianconere, il saluto via video dei più recenti alfieri tortonesi ancora in attività e un pubblico che ha nuovamente riempito in larga parte la Nova Arena. Il resto lo ha fatto la squadra con la terza vittoria casalinga su tre valsa appunto la vetta della classifica, contro una Napoli che poteva avere titoli per espugnare il fortino tortonese. «Giocavamo una partita contro una squadra in grande forma, che aveva espresso una bellissima pallacanestro nelle sue vittorie, sapevamo quanto fosse dura questa partita – commenta coach Mario Fioretti –. Abbiamo dovuto rimescolare le carte perché abbiamo dovuto dare minuti ad Andrea Pecchia anche da playmaker, in più gli altri esterni hanno dovuto maneggiare maggiormente la palla». Non gli unici aggiustamenti in ragione dell'assenza per infortunio di Ezra Manjon: «Siamo dovuti andare grossi, con Gorham utilizzato da ala piccola, malgrado questo abbiamo fatto più di 20 assist in una serata in cui abbiamo tirato 7/30 da tre e non è un fatto da poco. Abbiamo vinto di 1 la lotta ai rimbalzi facendo una battaglia sotto canestro contro una squadra che a rimbalzo d'attacco è pericolosissima. Sono contento perché, rispetto ad altre partite, abbiamo fatto più stop di fila in difesa: è una soddisfazione averla vinta così, un po'come alla prima giornata a Milano». Il risentimento muscolare alla coscia sinistra che ha colpito Manjon («Fino a metà settimana farò fatica ad avere una tempistica sul suo possibile rientro») ha complicato i piani di coach Fioretti ma non ha pregiudicato aspetti chiave del game plan. L'attenzione dichiarata alla vigilia di non volerli mettere in ritmo in area, costringendo a conclusioni dalla distanza poco lucide e precise, ha funzionato in gran parte e ha contribuito a una solida prova difensiva. «Sapevamo che una grossa fetta della gara, oltre al rientro difensivo e al taglia fuori, era quella di limitare i loro uno contro uno al ferro – spiega Fioretti –. Ci siamo riusciti delle volte in modo corretto, altre un po' meno bene perché Napoli li ingaggia in maniera organizzata, con gran forza ad attaccare e con buone spaziature. Il lavoro fatto in settimana ha pagato».