Italia eliminata dalla Slovenia, Pozzecco saluta

08 settembre 2025 07:30

Ultima partita dell'allenatore.

Dalla Gazzetta dello Sport a firma Giulia Arturi, l'epilogo azzurro. La serata degli addii: dell'Italia all'Europeo, del tempo di Pozzecco ct azzurro, del percorso in Nazionale (e forse da giocatore) di Danilo Gallinari. E tutto all'insegna di amari rimpianti per ciò che poteva essere e non è stato. L'orgoglio non è bastato davanti ai 42 punti di Doncic, mostruoso nel primo tempo e all'ennesimo inizio negativo, demoralizzante in attacco, e stavolta troppo passivo anche in difesa, al netto di una serata strepitosa di uno dei giocatori più forti del mondo. Non è bastato Niang, solita energia pura (e 12 punti); non Gallinari (10) che, scongelato nell'ultimo quarto, rilancia l'ultima rimonta azzurra; e nemmeno la solidità di Melli e Pajola o i 22 punti di Fontecchio, generoso, spesso faccia a faccia anche su Doncic.
Addìo - II percorso di Pozzecco è iniziato con la Slovenia nel 2022 in amichevole e si è concluso ancora contro la Slovenia. Fuori ai quarti all'Europeo del 2022, ai Mondiali 2023, al Preolimpico l'anno scorso, e agli ottavi stavolta. La contabilità della sua gestione è questa. Ma i risultati, globalmente modesti, non descrivono tutto. L'ex ct se ne va in lacrime dalla conferenza stampa, appena capitan Melli inizia a parlare di quello che ha significato il tecnico per questa Nazionale. «Pozzecco ha continuato il lavoro di Sacchetti: ha portato ad un altro livello la gioia di indossare questa maglia. Deve essere felice di quello che ha fatto per questo gruppo anche se non siamo riusciti a raggiungere dei risultati: ci vuole anche fortuna». Pozzecco aggiunge: «Ringrazio il presidente Petrucci e Salvatore Trainotti per questa possibilità. Sono stati i momenti più belli della mia vita. È stato davvero un vero onore avere questo ruolo. Avevo già preso questa decisione. Ho amato tutti i miei azzurri: non so quante Nazionali abbiano avuto atleti così legati alla maglia azzurra» . Un altro lascito importante del Poz sono i giovani che ha lanciato, come Niang e Diouf. L'Italia perde la partita, ma non la sua anima: quella è a immagine e somiglianza del suo coach. La Nazionale, arrivata a Riga con la voglia di provarci, e con l'ambizione di farcela, sulla sua strada ha trovato Doncic che ne ha messo in risalto tutti i difetti. La stella dei Lakers si mostra nella sua versione onnipotente: 22 punti nel primo quarto, 30 all'intervallo. Segna in testa a chiunque e soprattutto ci distrugge sui cambi: lasciato uno contro uno ne può fare cento. Una scelta tattica che assomiglia quasi a una resa. Il solco lo scava tutto Luka nel primo tempo lasciando gli azzurri impotenti. Anche stavolta, il nostro attacco parte pigro, senza ritmo. Doncic imperversa (azzurri a 2 soli falli dopo 8 minuti: perché?) e gli 11 punti segnati sono una miseria.
Rimonte - Nel secondo quarto cambiano le strategie e almeno gli azzurri combattono. L'Italia rientra dal -19 e alfintervallo è 40-50. La transizione e Fontecchio danno un po' di linfa. Nel terzo quarto, con Doncic più terreno (e stanco) gli azzurri rilanciano sino al - 6. Poi due falli in attacco e tre rimbalzi offensivi di Omic vanificano lo sforzo. Nell'ultimo quarto, sul -17, gli azzurri si ribellano al destino, ancora. Le squadre sono stanchissime. Gallinari di esperienza, classe e cuore si prende le responsabilità offensive. Niang va in cielo a prendere i rimbalzi, e con un tiro in allontanamento di talento di Fontecchio è 77-78 a 53" dalla fine. Doncic mette due liberi e da quel momento l'Italia non riesce a trasformare le ultime occasioni. 

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