Sfida dal risultato incerto.
Fonte: Cinquealto.com a cura di Raffaele Baldini
Fa sorridere impostare l’articolo sulle “chiavi” della partita, in un derby così sentito. Scomodando luoghi comuni che però, in questo caso, appaiono attinenti, un derby sfugge a logiche tecnico/tattiche, a maggior ragione se le due contendenti non hanno ancora consolidato un’identità cestistica.
L’Apu Udine studia da promossa ma ha delle fragilità latenti, manca il classico centesimo per fare un euro, avendo giocato partite gagliarde contro Bologna, Brescia, Reggio Emilia. Nella massima serie non sono concesse distrazioni, nei momenti chiave è mancata la leadership di un uomo (Hickey?Alibegovic?) in grado di fare le cose giuste al momento giusto. La Pallacanestro Trieste invece è una squadra sull’orlo della crisi di nervi, con una quantità di “galli nel pollaio” sopra il livello di guardia, anche per un uomo di spessore come Mike Arcieri. Un derby ti può, per una notte, allineare i pianeti, ma non può fare giurisprudenza.
Giuliani con un imperativo, una macro “chiave” che ha segnato il percorso (negativo) sino ad ora: partire bene dalla palla a due, indovinare il quintetto più performante e gerarchicamente naturale per spingere e far entrare il Palatrieste nel match. Se Udine invece riuscirà a mettere la testa avanti nel terzo quarto, si materializzerà un fantasma grande come una casa per Trieste, trasformando l’ “arancia” in una palla medica e contaminando le teste dei giocatori.
Udine avrà un centro di gravità permanente in Matteo Da Ros, playmaker aggiunto in grado di scaricare palloni illuminati per il compagno di reparto, Spencer o Mekuwulu; aspetto questo, delle giocate nel pitturato, che ha affossato spesso la difesa giuliana. Per contro, i padroni di casa, hanno un potenziale negli esterni, per fisicità e talento, non affiancabile a quello dei bianconeri; sempre che Toscano-Anderson si scuota, altrimenti l’Apu avrà un avversario… che si marca solo. Occhio al “pick and roll” di Hickey.
In un derby non si possono far ricami, bisogna anche speculare sulle debolezze altrui, quando non si hanno evidenti punti di forza. Per questo motivo Deangeli e soci potrebbero cavalcare l’idea di una difesa aggressiva, oltre il limite del fallo, per spezzare il ritmo friulano e mandare in lunetta esecutori non infallibili (67.9% in stagione). Ospiti che hanno vantaggi evidenti alla voce rimbalzi (41.7 carambole a partita contro le 31 di Trieste) e possono garantirsi più palloni giocabili sfruttando le oltre 7 palle perse in più concesse da Trieste.
Bene, adesso che avete letto questo esercizio didattico di lettura tattica, potete resettare tutto e godervi il derby, dove niente è come sembra.