L'americano con una prestazione eccellente all'esordio.
Dalla Prealpina a cura di Giuseppe Sciascia. Dai tre cilindri di un play fisicamente sottodimensionato come Stefan Moody, alle 4 ruote motrici lanciate a tutta velocità del suo erede Carlos Stewart. La prima vittoria da professionista del laureato a Santa Clara University dopo le 9 sconfitte in altrettante gare ad Amburgo certifica la svolta dell'OJM legata al cambio in regia. Fu vera gloria a 360 gradi, o una contingenza nel ruolo scoperto di Cremona nel quarto periodo per l'infortunio di Durham e i 4 falli a carico di Casarin? Le prossime partite con Brescia, Trieste e Trapani diranno di più, ma intanto Varese si gode il suo nuovo direttore d'orchestra.
IL CONTRARIO DI STEFAN – Stewart si è rivelato in campo l'esatto opposto del suo predecessore: non solo sul piano della fisicità, ma anche dell'impatto sui due lati del campo. Tutto quel che Moody non era stato in grado di fare nelle sue 9 gare in biancorosso - aggredire la palla in difesa e saltare l'uomo in attacco - è stato messo in campo dal suo successore in 18 minuti di adrenalina pura. Forza esplosiva nell'andare a canestro in penetrazione e tanta applicazione in difesa nella modalità "Mitrou-Long" della svolta salvezza. Certo il nativo di Baton Rouge ha sfruttato l'effetto-sorpresa dell'esordio: in un campionato molto tattico come quello italiano il suo scouting report era ancora "vergine", e sicuramente gli avversari inizieranno a lavorare per limitarlo. Esattamente come è accaduto con Ike Iroegbu, ormai marcato a vista da avversari più alti seguendo il copione-Vertemati. Ma in ogni caso Stewart ha già dimostrato di saper portare energia, freschezza e vigore alla causa.
CARLOS MEGLIO DI IKE? - Nei due scorci di partita disputati al PalaRadi, il nuovo regista è stato più performante rispetto ad Iroegbu: insieme ad Alviti ha contribuito a sbloccare l'impasse iniziale dell'OJM, che con Stewart in regia al posto del nigeriano ha segnato 22 punti in 4'53" del primo quarto dopo lo zero al quoto dei primi 5'07" col volante nelle mani di Ike. Poi quella fiammata decisiva con 3 penetrazioni in fotocopia, facendo valere il suo mix di forza fisica ed atletismo, e la tripla dall'angolo - unica segnata dall'OJM nel secondo tempo - che ha chiuso la partita. Poi l'ex Treviso è stato importante nel finale, ma la capacità di saltare l'uomo di Stewart ha dato all'attacco biancorosso una marcia in più.
PEDIGREE E SISTEMA - Il successo iniziale del 22enne esterno, dopo il flop assoluto del 32enne Moody, evidenzia quanto sia relativo il valore del pedigree nella scelta degli stranieri. Soprattutto per una squadra guidata da un allenatore di sistema come Ioannis Kastritis: lo scarto di Amburgo può essere la fortuna dell'OJM se porta alla causa quel che serve al coach greco per mettere in pratica il suo basket. Chiunque d'estate avrebbe scelto Moody e non Stewart; oggi l'ex Amburgo sembra il giocatore giusto nel posto giusto rispetto a chi ha sostituito, visibilmente "unfit" per il "Kastritismo". Anche se aveva dieci anni di esperienza europea - a 22mila dollari al mese rispetto alle sole 9 partite da senior (a un rateo mensile due volte e mezzo inferiore) del nuovo regista.