Coaching. Le 'Regole' di Dan Peterson (003): Esercizi di Tiro

27 giugno 2025 10:58

Terza puntata, in esclusiva per SB.it, del direttore della rivista Superbasket sul "Coaching"

Dopo 5’ di Verticale e 10’ di Stretching, abbiamo lavorato 15’ sul tiro, senza contatto fisico, ovvio.  Questo periodo non era ‘ricreazione.’  Cioè, ‘tiro a volontà.’   Certo, forse 5’ di tiro per entrare nel vivo del lavoro.  Ma almeno 10’ erano per esercizi COMPETITIVI, alcuni a metà campo, alcuni a tutto campo.  Sì, tutto campo.  Quanti lavorano sul palleggio quasi tutto la lunghezza del campo per finire con un palleggio-arresto-tiro?  Non tanti.  Poi, gli esercizi agonistici li facevano entrare nel ‘clima’ della situazione.  Ai giocatori piace lavorare sul tiro.  Essere in una competizione con il tiro piace ancora di più.  Quindi, niente contatto fisico.  Ma, lo stesso, stanno aumentando i ‘giri’ agonistici.  Tutto ciò era in linea con la mia idea (filosofia se vogliamo usare un parolone) di aumentare l’intensità dell’allenamento gradatamente, preparando i giocatori per situazioni di contatto e agonismo che stavano per venire.


      Una delle cose importanti negli esercizi di tiro era avere i giocatori duplicare i movimenti e i tiri che avrebbero usato in partita.  Esempio: partire dal bordo sinistro, al prolungamento della linea di tiro libero, poi palleggiare verso il ‘gomito’ sinistro per un palleggio-arresto-tioro.  Nostro attacco prevedeva spesso un tiro così.  Allora, perché non lavorare su quel tiro negli esercizi di tiro?  Ovvio, cambiavo il punto di partenza e quello di arrivo ogni giorno.  Poi, i giocatori erano feroci in questi esercizi agonistici.  Dovevo arbitrare gli esercizi!  Mettevo pure i ‘premi.’  Poca roba, sia chiaro.  Con il cerotto che nostro massaggiatore usava per fasciare le caviglie, attaccavo banconote di 1000 Lire (cioè, 50 cents oggi) al sostegno dal canestro.  Se Mike D’Antoni e Ken Barlow vincevano le gare di ‘Golf,’ mettevano i soldi in tasca.  Soldi?  Pochi.  Soddisfazioni?  Tante.  E gli altri si arrabbiavano.  E non poco.


    Gli esercizi di tiri mi aiutavano a valutare giocatori.  Se andavano a 10 canestro, guardavo cosa faceva un giocatore quando sua ‘squadra’ era a … 9.  E’ una cosa tirare per arrivare a 4 o 6 o 8.  Ma quando devi arrivare a 10, vuol dire fare il ‘canestro vincente.’  Vuol dire centrare il tiro che vince la partita, che chiude l’incontro.  Non dicevo nulla.  Ma avevo quelli con sangue freddo in campo per gli ultimi 5’ della partita o il tempo supplementare.  Abbiamo vinto tante gare per 1 o 2 punti.  E eravamo 21-7 in partite ai supplementari.  In ogni caso, stavo aumentando il carico di lavoro sistematicamente.  Dopo 5’ di verticale, 10’ di stretching e 15’ di tiro, i giocatori sono stati ben riscaldati e pronti per ciò che veniva dopo, il lavoro sul contropiede.  La mia ‘regola’ per questo: tenere i giocatori in movimento durante gli esercizi di tiro e usare tiri che userai in partita.  Foto: Russ Schoene (14), un grandissimo tiratore.


Prima puntata:
https://www.superbasket.eu/lba/53148/coaching-le-regole-di-dan-peterson-001-verticale-


Seconda puntata:
https://www.superbasket.eu/lba/53149/coaching-le-regole-di-dan-peterson-002-stretching-

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