Franco Bertini su "Il Resto del Carlino" scrive del vecchio Palasport di viale dei Partigiani a Pesaro.
Una volta per tutte va chiarito che questa vicenda del vecchio Palasport di viale dei Partigiani diventato inopinatamente un auditorium non si capisce bene perché, non costituisce un capriccio di vecchi appassionati di basket - qualcuno userebbe termini più crudi -, nostalgici di un tempo passato, ma stabilisce un principio che qualunque comunità civile dovrebbe sempre tenere presente, se vuole davvero definirsi tale, oppure chi comanda fa quello che vuole, ma allora ha l'obbligo di stare zitto e buono non tirando in ballo elementi emotivi di condivisione, presunte continuità col passato che non stanno né in cielo né in terra, inventandosi antichi legami mai esistiti. Il principio dice che in una città ci sono dei luoghi, siti, edifici, strade o altro che di quella città costituiscono elementi identitari e peculiari, connotati, come il colore degli occhi di una persona, che la distinguono e la tramandano fedele a se stessa, consentendo ai suoi cittadini di riconoscersi in una casa comune. Dovere sacro di chi regge le sorti di quella città é la loro salvaguardia, il vigilare che restino intatti spirito e natura per cui sono entrati nella storia civile e nell'immaginario collettivo. Fra questi rientrava il vecchio Palasport di viale dei Partigiani. Basta così.