Italia pronta alla sfida storica con gli iberici.
Dalla Gazzetta dello Sport a firma Giulia Arturi, la lunga attesa per la sfida di questa sera alla Spagna. Un lungo abbraccio commosso con mamma Mali Pomilio (ex giocatrice azzurra). Così è finita la memorabile domenica di Simone Fontecchio: con i suoi 39 punti (miglior prestazione reaiizzativa ad un Europeo per l'Italia) ha guidato gli azzurri alla vittoria con la Bosnia e si è messo al centro dell'Europa insieme ai suoi colleghi Nba Antetokounmpo, Jokic, Doncic e Markkanen. «Vederla felice ed emozionata ha fatto emozionare anche me. È stato un bel momento». Ma la testa è già oltre: oggi alle 20.30 c'è la Spagna. Una vittoria vale il secondo posto del girone, dando poi per scontata quella contro Cipro. «Iniziare bene l'Europeo era fondamentale per liberarsi da tensione e pressione. Queste vittorie ci hanno dato fiducia, ma siamo consapevoli: c'è già un'altra battaglia da affrontare». Il suo inizio di Europeo è stato difficile dal punto di vista realizzativo, come si tiene la testa sgombra? «Mi sono isolato. In questi giorni ho parlato soltanto con mia moglie e mio fratello, che mi hanno supportato e anche sopportato. Ti passa per la testa di tutto, capita di vacillare, ma poi ricordi tutto il mazzo che ti sei fatto alle spalle: quella è la base per la fiducia. Che non bisogna mai perdere. Non ero preoccupato di non fare canestro, ma di vincere e di rendermi utile. Cerco sempre di avere la memoria cortissima e non pensare agli errori dell'azione prima. Con la Bosnia pensavo solo "Vinciamo questa partita"». Che effetto fa essere nella storia della pallacanestro italiana, insieme a campioni come Antonello Riva? «Riva è stato un realizzatore incredibile, inarrivabile: i numeri parlano da soli. È un orgoglio enorme». Dopo tre partite, cosa funziona bene e cosa va migliorato? «Quando siamo aggressivi e intensi in difesa cambiamo le partite. Non concedere extra possessi, ci permette di correre in contropiede: quello fa la differenza. A metà campo facciamo più fatica, ma stiamo cercando di migliorare la fluidità». C'è un giocatore che l'ha impressionato più degli altri? «Ho giocato un anno e mezzo con Lauri Markkanen a Utah: per rapporto minuti/effìcienza è mostruoso. Non ha bisogno della palla in mano, è sempre aggressivo in attacco. E quando c'è in giro un giocatore come Jokic è impossibile non nominarlo». Ora c'è una Spagna da battere: «Hanno carattere. Squadra tosta, con tanto talento anche se in fase di transizione, ma sempre ostica e pericolosa. Rapida negli esterni, Brizuela dalla panchina, fisicità dentro con Willy Hernangómez, il tiro mortifero di Aldama. E poi c'è Scariolo in panchina». Com'è l'atmosfera nello spogliatoio? «Affrontiamo le partite con energia e mentalità giusta, senza aspettative eccessive ma con la carica e la voglia di vincere». Capitan Melli è il punto di riferimento imprescindibile? «È fondamentale dentro e fuori dal campo. Per i più giovani è un esempio: lo ascoltano molto, soprattutto i lunghi come Diouf, e questo è importante». Conferme dai veterani ed esplosione dei giovani, come li vede? «Hanno un atteggiamento ottimo e si sono inseriti benissimo nel gruppo. Ascoltano, capiscono, fanno le cose giuste. Gabriele (Procida ndr) è sempre positivo con la mentalità giusta. Giocatore super, arriverà il suo momento».